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Pregare sotto Pressione – 6.07.2025

Studio espositivo del Vangelo di Marco n. 114

MC 14:32-42 - "32 Si recarono al giardino degli ulivi chiamato Getsemani e Gesù disse: “Voi sedetevi qui mentre io vado a pregare”. 33 Portò con sé Pietro, Giacomo e Giovanni; e cominciò a essere molto turbato e angosciato. 34 Disse loro: “La mia anima è oppressa da una tristezza tale da sentirmi morire. State qui e rimanete svegli insieme a me”. 35 Andò un po’ più avanti e si gettò a terra. Pregò che, se fosse possibile, quel terribile momento passasse oltre da lui. 36 “Abba, Padre”, gridò, “ogni cosa ti è possibile. Ti supplico, allontana da me questa coppa di sofferenza. Tuttavia, io voglio che sia fatta la tua volontà e non la mia”. 37 Poi tornò indietro e trovò i discepoli addormentati. Disse a Pietro: “Simone, stai dormendo? Non sei riuscito a stare sveglio insieme a me neanche per un’ora? 38 Rimanete svegli e pregate perché possiate resistere davanti alla tentazione. Lo spirito infatti è pronto, ma il corpo è debole”. 39 Poi Gesù li lasciò un’altra volta e pronunciò la stessa preghiera di prima. 40 Quando tornò di nuovo dove stavano, li trovò addormentati, perché non riuscivano a tenere gli occhi aperti. E non sapevano che cosa dire. 41 Quando Gesù tornò da loro la terza volta, disse: “Dormite pure, riposatevi. Basta! L’ora è giunta: il Figlio dell’uomo viene tradito e consegnato nelle mani dei peccatori. 42 Su, andiamo. Ecco, il mio traditore è qui!”."

Gesù si ritira in preghiera subito dopo la Pasqua. Si reca nel giardino degli ulivi, un luogo familiare anche a Giuda. Il nome "Getsemani" significa “torchio d’olio”, simbolo della pressione fisica e spirituale vissuta da Gesù.

Quattro principi spirituali dal Getsemani:

1. Gesù pregava
Se il Figlio di Dio sentiva il bisogno di pregare, quanto più noi!
Luca 3:21-22a – Mentre pregava, lo Spirito scese su di lui.
Marco 1:35 – Si alzava presto per pregare in solitudine.
Luca 6:12 – Pregò tutta la notte prima di scegliere i dodici.
La preghiera non è “fare la preghiera”, ma vivere in comunione costante con Dio.

2. Gesù pregava prima di ogni svolta spirituale
Luca 9:18-20 – La rivelazione su chi fosse Gesù non venne da intuizione umana, ma dallo Spirito. Era la preghiera di Gesù che preparava i cuori dei discepoli.
Applicazione: preghiamo per i cuori di figli, amici, colleghi. La preghiera prepara i cuori più delle parole.

3. La preghiera precede la manifestazione della gloria
Luca 9:28-29 – Durante la preghiera, avviene la trasfigurazione.
Se vogliamo vedere cambiamenti concreti nella nostra vita, dobbiamo salire sul “monte” e passare tempo con Dio.

4. I discepoli capirono che la potenza di Gesù veniva dalla preghiera
Luca 11:1b – i discepoli chiesero: “Signore, insegnaci a pregare”.
Non chiesero miracoli, ma preghiera: avevano capito che quella, cioè la comunione con il Padre,  era la fonte di tutto.


Riflessione sul Getsemani

Un insegnamento per pochi
Gesù portò con sé solo tre discepoli, mostrando che alcune lezioni spirituali più profonde sono riservate a momenti d’intimità con Dio —> a volte non è soltanto solitudine, ma addestramento
Marco 14:35 – “Andò un po’ più avanti e si gettò a terra. Pregò…” Gesù pregò con angoscia e travaglio spirituale.
Ebrei 5:7 – Offrì preghiere con alte grida e lacrime. La vera preghiera coinvolge tutto l’essere, anche il corpo e la voce. Pregare solo con il pensiero è possibile, ma ci limita. Pregare ad alta voce ci aiuta a essere più presenti.

Il motivo dell’angoscia di Gesù
Marco 14:33-34a
– Gesù è oppresso da una tristezza mortale.
Non era la morte in sé, ma la separazione dal Padre, il carico del peccato dell’umanità.
Marco 14:36 – “Abba, Padre… Tuttavia, io voglio che sia fatta la tua volontà e non la mia”.
Gesù si arrende, consapevole del prezzo: miliardi di anime salvate attraverso la croce.
Anche noi, nei momenti più duri, possiamo dire: “Non la mia volontà, ma la tua”.

La dinamica dell’agonia
Luca 22:44 – “Essendo in agonia, pregava con maggiore intensità…”
Più pregava, più soffriva, ma non smetteva: la sua agonia lo portava a Dio.
E noi? Il dolore ci avvicina o ci allontana da Dio?
 La direzione scelta nel dolore rivela la profondità della nostra fede.

Per concludere: Il Getsemani ci insegna che la vera forza spirituale nasce nella preghiera profonda e sincera, anche tra le lacrime e l’angoscia. Gesù ci mostra che la resa alla volontà di Dio, soprattutto nel dolore, è il cuore della fede.




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