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Il pozzo, la prigione e il palazzo nella vita di un eroe della fede – 29.06.2025

Introduzione
Questo messaggio sarà forse ricco di contenuti, ma confido che lo Spirito Santo parlerà ai vostri cuori. Tutto quello che Dio vuole dirci è già scritto nella Sua Parola, nella Bibbia. Ma quante volte la leggiamo superficialmente? Solo lo Spirito può rivelarci in profondità ciò che Dio vuole comunicare. Anche un versetto che abbiamo letto cento volte può parlarci in modo nuovo.
Vi incoraggio con Geremia 33:3: “Invocami e ti risponderò, e ti annuncerò cose grandi e impenetrabili che non conosci.”


Il tema principale
Oggi voglio parlarvi di Giuseppe, un uomo menzionato in Ebrei 11 tra gli eroi della fede. La sua storia mi parla profondamente, perché riflette il modo in cui Dio opera nella nostra vita. Per spiegarvelo, voglio usare una metafora che mi sta molto a cuore: quella dello sviluppo fotografico.
Dio ha “scattato” una foto alla mia vita, e alla vostra. Ma per svilupparla, non usa uno smartphone o una stampante istantanea. Lui è come un fotografo professionista che usa un vecchio rullino, e per sviluppare quell’immagine... serve la camera oscura.


La metafora della fotografia
La camera oscura è quel luogo buio, nascosto, dove l’immagine prende forma. E lì, nel buio, Dio lavora in profondità. Ci mette tempo, precisione, processi che spesso non comprendiamo. È una metafora potente: Dio sviluppa la Sua immagine in noi non nella luce e nell’applauso, ma nel silenzio e nella sofferenza.


La storia di Giuseppe
Giuseppe era il figlio prediletto di Giacobbe. Dio gli aveva dato dei sogni grandi, dei sogni veri. Ma Giuseppe ha commesso l’errore di raccontarli troppo presto, senza discernimento. I suoi fratelli l’hanno odiato, tradito, venduto e spogliato.


La sua vita è passata attraverso tre stagioni, tre “camere oscure”:
1. Il pozzo – Giuseppe fu gettato in una cisterna vuota. Ma sapete? Proprio quel vuoto gli ha salvato la vita. Se ci fosse stata acqua, sarebbe annegato. Anche nella mia vita ci sono stati pozzi vuoti: momenti in cui pensavo di essere abbandonato, ma in realtà Dio mi stava proteggendo.
2. La prigione – Ingiustamente accusato e dimenticato, Giuseppe non si ribella. Continua a servire, anche nel dolore. Io stesso mi sono trovato in “prigioni spirituali”, momenti in cui nessuno sembrava vedere il mio cuore. Ma Dio sì. E lì, in quei momenti, Dio verifica la nostra fedeltà.
3. Il palazzo – Alla fine Giuseppe viene innalzato. Dio lo mette in autorità, ma solo dopo averlo formato nel pozzo e nella prigione. Senza quel processo, non sarebbe stato pronto.

Applicazione nella nostra vita
Anche io sono passato attraverso pozzi e prigioni. E ho imparato che se voglio essere un uomo di fede, se voglio davvero servire Dio, non posso saltare la camera oscura. Dio non ha fretta. Lui non sviluppa la Sua immagine con luce artificiale. Vuole formare Cristo dentro di noi.


Il perdono: la chiave della prigione
Sapete qual è stata una delle mie prigioni più profonde? L’amarezza. Sono stato ferito da persone, anche da fratelli nella fede. Ho subito razzismo, parole dure, ingiustizie. E per tanto tempo ho portato quelle ferite nel mio cuore, anche mentre predicavo o adoravo.
Un giorno, durante un culto, ho sentito lo Spirito Santo sussurrarmi:
“Tu stai lodando, ma stai portando amarezza nel mio santuario. Lascia l’offerta, vai a riconciliarti.”
È stato difficile. Ho pianto. Mi sono umiliato. Ma quando ho chiesto perdono, anche per ciò che non avevo fatto, ho sentito una liberazione profonda. La prigione si è aperta. E da quel momento Dio ha potuto iniziare un’opera nuova in me.


Conclusione
Vogliamo davvero servire Dio? Ci costerà tutto.
Siamo disposti a passare per il pozzo, per la prigione, per vedere il palazzo?
Siamo pronti a lasciare andare l’offesa, a fare il primo passo verso il perdono?
Dio vuole mettere la vostra foto nella galleria degli eroi della fede, ma per farlo, deve prima sviluppare quell’immagine.
E lo farà nella camera oscura, non sul palco.



Versetti chiave
• Geremia 33:3 – “Invocami e ti risponderò...”
• Salmo 32 – “Finché ho taciuto, le mie ossa si consumavano...”
• Ebrei 11 – Gli eroi della fede




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