Pregare sotto Pressione (terza parte) – 03.08.2025
Marco 14:32-42
32 Si recarono al giardino degli ulivi chiamato Getsemani e Gesù disse: “Voi sedetevi qui mentre io vado a pregare”.
33 Portò con sé Pietro, Giacomo e Giovanni; e cominciò a essere molto turbato e angosciato.
34 Disse loro: “La mia anima è oppressa da una tristezza tale da sentirmi morire. State qui e rimanete svegli insieme a me”.
35 Andò un po’ più avanti e si gettò a terra. Pregò che, se fosse possibile, quel terribile momento passasse oltre da lui.
36 “Abba, Padre”, gridò, “ogni cosa ti è possibile. Ti supplico, allontana da me questa coppa di sofferenza. Tuttavia, io voglio che sia fatta la tua volontà e non la mia”.
37 Poi tornò indietro e trovò i discepoli addormentati. Disse a Pietro: “Simone, stai dormendo? Non sei riuscito a stare sveglio insieme a me neanche per un’ora?
38 Rimanete svegli e pregate perché possiate resistere davanti alla tentazione. Lo spirito infatti è pronto, ma il corpo è debole”.
39 Poi Gesù li lasciò un’altra volta e pronunciò la stessa preghiera di prima.
40 Quando tornò di nuovo dove stavano, li trovò addormentati, perché non riuscivano a tenere gli occhi aperti. E non sapevano che cosa dire.
41 Quando Gesù tornò da loro la terza volta, disse: “Dormite pure, riposatevi. Basta! L’ora è giunta: il Figlio dell’uomo viene tradito e consegnato nelle mani dei peccatori.
42 Su, andiamo. Ecco, il mio traditore è qui!”
Sintesi dei due messaggi precedenti
1. Gesù pregava: se Dio, il Figlio, sentiva il bisogno di pregare, quanto più noi!
2. Gesù pregava prima di ogni svolta spirituale.
3. La preghiera precede la manifestazione della gloria.
4. I discepoli capirono che la potenza di Gesù veniva dalla preghiera.
5. La preghiera ci aiuta a gestire al meglio la pressione che stiamo vivendo.
6. La preghiera ci fortifica.
7. La preghiera ha un effetto preventivo sulla nostra vita.
Messaggio di oggi
Ci sono tante persone che desiderano amare il Signore. Tante persone hanno uno spirito pronto, ma la carne è debole... e così falliscono, proprio come è accaduto a Pietro. Per questo è importante ricordare che la vittoria non appartiene a chi è spiritualmente addormentato, distratto o anestetizzato da smartphone o altri espedienti che ci distraggono dalla preghiera. Esempio pratico dei giorni nostri di Matteo 6:6: Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta (spento il cellulare), rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto (privato), te ne darà la ricompensa.
Solo perché sentiamo di desiderare una vittoria, o pensiamo di poterla ottenere, non significa che la otterremo per davvero. Ricordiamo Pietro: solo un’ora prima della sua caduta disse convinto e sincero: “Io non ti rinnegherò mai! Non posso parlare per gli altri, ma io... io ti seguirò anche a costo della morte!” Esprime queste frasi con piena convinzione... ma non prega.
E così, poco dopo, non avendo passato del tempo a cercare Dio, finisce per fuggire da Dio. Quando parliamo di preghiera, non stiamo parlando di un lusso nella vita cristiana, ma di una necessità. Abbiamo BISOGNO di pregare. Abbiamo BISOGNO di passare del tempo con il Signore. Se lo faremo, alla fine saremo vittoriosi. Se non lo facciamo, alla fine falliremo.
La vittoria non arriva a chi pensa di potercela fare da solo. L’unico modo veramente efficace per superare la debolezza è la preghiera. Anche quando il nostro spirito è disposto... la carne rimane debole. Pietro dormì quando avrebbe dovuto pregare. Così, quando avrebbe dovuto essere fermo e stabile... fuggì.
8. La preghiera ci aiuta a combattere il nemico
Luca 4:13 Allora il diavolo, dopo aver finito ogni tentazione, si allontanò da Lui fino a un momento opportuno.
All’inizio del suo ministero Satana tenta Gesù tre volte. Poi lo lascia (Luca 4:13). Questo significa che il nemico lo stava osservando, cercando il momento giusto per colpire di nuovo. Sappiamo almeno di un'altra occasione in cui lui è tornato all’attacco.
In Matteo 16:15-16 Gesù domanda ai suoi discepoli: E voi, chi dite che io sia? Gesù aveva pregato perché ricevessero una rivelazione spirituale, per comprendere chi Lui fosse davvero. E Pietro, ispirato dallo Spirito Santo, risponde: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.
Gesù gli dice: “Bravo. Ora che sapete chi sono, vi dirò perché sono venuto: andrò a Gerusalemme... e morirò” (Matteo 16:21). Ma Pietro, che un momento prima era stato ispirato dallo Spirito Santo, il momento dopo si lascia ispirare dal nemico: “Signore, questo non ti accadrà mai! Dai, non pensarci! È solo un brutto momento!”
E Gesù lo corregge con parole forti: Matteo 16:23 Vattene via da me, satana! Gesù sapeva che Satana era lì, cercando di deviare il suo cammino.
Di fatto nel giardino di Getsemani (Frantoio!) si stava combattendo una vera e propria battaglia spirituale. Molti teologi vedono un chiaro parallelo tra l’inizio e la fine del ministero di Gesù:
• Le tre tentazioni all’inizio del suo ministero,
• E le tre volte in cui torna a pregare nel Getsemani: “Padre, se è possibile, passi da me questo calice...”
In mezzo a tutto ciò, il nemico è presente. Satana è nel Getsemani, cercando di ostacolare Gesù dal compiere il piano del Padre. Abbiamo un indizio chiaro in Luca 22:53, quando Gesù, ormai arrestato, dice: Questo è il vostro momento, l’ora in cui dominano le potenze delle tenebre.
Il nemico è lì. E in quel momento gli viene concesso di controllare la situazione. Perché? Perché Satana ha un solo obiettivo: impedire a Cristo di andare alla croce. E questa... è una vera battaglia. Perché, se riesce a trattenere Cristo lontano dalla croce, nessuno andrà in paradiso. Se riesce a deviarlo, l’inferno sarà pieno per l’eternità... e il cielo resterà vuoto.
Questa è la battaglia. È la lotta epica di tutti i tempi. Ed è stata vinta prima nel giardino del Getsemani e poi concretizzata sulla croce. Ma in quel giardino, Gesù stava affrontando le forze delle tenebre.
Così come Gesù ha combattuto il nemico, anche noi oggi siamo coinvolti in una battaglia spirituale. C’è una guerra in corso intorno a noi — nelle circostanze della nostra vita. Proprio come il nemico voleva deviare Gesù dalla croce, oggi cerca di deviare voi e me: dal servire Dio, dall’amare Dio, dal seguire Dio, dal compiere la volontà di Dio. Vuole fermarci.
Pietro, ripensando a tutto ciò che aveva vissuto nel giardino, scrive una lettera alla chiesa: cinque capitoli. E quando hai solo cinque capitoli, devi scegliere bene cosa dire. Puoi dire solo ciò che è davvero importante. 1 Pietro 5:8 Vigilate, state attenti al vostro grande nemico, il diavolo... In altre parole: “Svegliatevi! Non dormite spiritualmente nella vostra vita!”
9. La preghiera ci aiuta a comprendere qual è veramente la volontà di Dio per la nostra vita e poi concretizzarla
Oggi viviamo in un’epoca di “religione da consumatori”. Serviamo Dio… se ci aiuta, se ci benedice, se fa qualcosa di buono per noi. E Dio è veramente buono, e vuole davvero aiutarci — su questo non c’è dubbio. Ma se Dio ci rivelasse la Sua volontà… e se non ci piacesse… e non fossimo d’accordo? Ubbidiremmo comunque?
Tutti siamo bravi a seguire la volontà di Dio quando ci piace e collima con le nostre aspettative. Ma che succede quando Dio dice: “Questa è la mia volontà per te, e mi aspetto che tu la compia”? Qual è la nostra reazione? Siamo pronti a dire: “Non la mia volontà, ma la TUA sia fatta”… oppure “Non la tua volontà, ma la MIA sia fatta”?
A proposito della volontà di Dio, pensiamo al giardino dell’Eden, dove Dio diede ad Adamo ed Eva libertà abbondante:
Genesi 2:16-17 Tu potrai mangiare di ogni albero del giardino; ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare…
Dio non ha messo Adamo ed Eva in un giardino pieno di divieti, ma in un giardino di possibilità. “Tutto questo è per voi… tranne una cosa.” Dio non ci controlla, non detta ogni singola scelta della vita; ci offre spazio per scegliere, libertà per amare, responsabilità per discernere.
La Bibbia non ci dice il nome della persona che sposeremo (o se ci sposeremo), ma ci dice con chi non dovremmo sposarci:
2 Corinzi 6:14 Non vi mettete con chi non è credente sotto un peso che non è per voi.
Non ci dice quale lavoro fare, ma ci insegna a lavorare con onestà, diligenza e integrità. Non ci dice in quale città vivere, ma ci guida a cercare la giustizia, la pace e la volontà di Dio dovunque siamo.
Ma spesso, nel nostro cuore, diciamo:
“Ti servirò, Signore… finché fai ciò che voglio. Finché riesco a capirti. Finché tutto ha senso per me. Finché mi conviene.”
Malachia 3:8 L'uomo può forse derubare Dio? Eppure voi mi derubate. Ma voi dite: "In che cosa ti abbiamo derubato?" Nelle decime e nelle offerte.
Gesù disse:
Luca 9:23 Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinunci a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua.
Se Dio ci chiedesse di morire a un sogno, a un desiderio profondo o a una relazione che non è nella Sua volontà… come reagiremmo? Quello sarebbe il nostro Getsemani personale — il luogo del frantoio, dove la nostra volontà viene schiacciata per produrre un nuovo desiderio secondo il cuore di Dio, come l’olio nasce dalle olive frantumate.
Da quell’obbedienza, anche se dolorosa, vedremo Dio benedire non solo la nostra vita, ma anche quella di altri, in modi che ora non possiamo immaginare. Quando ci inginocchiamo nel nostro Getsemani personale, la preghiera ci aiuterà a conoscere la Sua volontà e ci darà la forza per seguirla… soprattutto quando è difficile.
Perché è proprio lì, nel punto della rinuncia, che Dio potrà operare potentemente nella nostra vita. E la preghiera sarà la nostra forza per arrivarci.
32 Si recarono al giardino degli ulivi chiamato Getsemani e Gesù disse: “Voi sedetevi qui mentre io vado a pregare”.
33 Portò con sé Pietro, Giacomo e Giovanni; e cominciò a essere molto turbato e angosciato.
34 Disse loro: “La mia anima è oppressa da una tristezza tale da sentirmi morire. State qui e rimanete svegli insieme a me”.
35 Andò un po’ più avanti e si gettò a terra. Pregò che, se fosse possibile, quel terribile momento passasse oltre da lui.
36 “Abba, Padre”, gridò, “ogni cosa ti è possibile. Ti supplico, allontana da me questa coppa di sofferenza. Tuttavia, io voglio che sia fatta la tua volontà e non la mia”.
37 Poi tornò indietro e trovò i discepoli addormentati. Disse a Pietro: “Simone, stai dormendo? Non sei riuscito a stare sveglio insieme a me neanche per un’ora?
38 Rimanete svegli e pregate perché possiate resistere davanti alla tentazione. Lo spirito infatti è pronto, ma il corpo è debole”.
39 Poi Gesù li lasciò un’altra volta e pronunciò la stessa preghiera di prima.
40 Quando tornò di nuovo dove stavano, li trovò addormentati, perché non riuscivano a tenere gli occhi aperti. E non sapevano che cosa dire.
41 Quando Gesù tornò da loro la terza volta, disse: “Dormite pure, riposatevi. Basta! L’ora è giunta: il Figlio dell’uomo viene tradito e consegnato nelle mani dei peccatori.
42 Su, andiamo. Ecco, il mio traditore è qui!”
Sintesi dei due messaggi precedenti
1. Gesù pregava: se Dio, il Figlio, sentiva il bisogno di pregare, quanto più noi!
2. Gesù pregava prima di ogni svolta spirituale.
3. La preghiera precede la manifestazione della gloria.
4. I discepoli capirono che la potenza di Gesù veniva dalla preghiera.
5. La preghiera ci aiuta a gestire al meglio la pressione che stiamo vivendo.
6. La preghiera ci fortifica.
7. La preghiera ha un effetto preventivo sulla nostra vita.
Messaggio di oggi
Ci sono tante persone che desiderano amare il Signore. Tante persone hanno uno spirito pronto, ma la carne è debole... e così falliscono, proprio come è accaduto a Pietro. Per questo è importante ricordare che la vittoria non appartiene a chi è spiritualmente addormentato, distratto o anestetizzato da smartphone o altri espedienti che ci distraggono dalla preghiera. Esempio pratico dei giorni nostri di Matteo 6:6: Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta (spento il cellulare), rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto (privato), te ne darà la ricompensa.
Solo perché sentiamo di desiderare una vittoria, o pensiamo di poterla ottenere, non significa che la otterremo per davvero. Ricordiamo Pietro: solo un’ora prima della sua caduta disse convinto e sincero: “Io non ti rinnegherò mai! Non posso parlare per gli altri, ma io... io ti seguirò anche a costo della morte!” Esprime queste frasi con piena convinzione... ma non prega.
E così, poco dopo, non avendo passato del tempo a cercare Dio, finisce per fuggire da Dio. Quando parliamo di preghiera, non stiamo parlando di un lusso nella vita cristiana, ma di una necessità. Abbiamo BISOGNO di pregare. Abbiamo BISOGNO di passare del tempo con il Signore. Se lo faremo, alla fine saremo vittoriosi. Se non lo facciamo, alla fine falliremo.
La vittoria non arriva a chi pensa di potercela fare da solo. L’unico modo veramente efficace per superare la debolezza è la preghiera. Anche quando il nostro spirito è disposto... la carne rimane debole. Pietro dormì quando avrebbe dovuto pregare. Così, quando avrebbe dovuto essere fermo e stabile... fuggì.
8. La preghiera ci aiuta a combattere il nemico
Luca 4:13 Allora il diavolo, dopo aver finito ogni tentazione, si allontanò da Lui fino a un momento opportuno.
All’inizio del suo ministero Satana tenta Gesù tre volte. Poi lo lascia (Luca 4:13). Questo significa che il nemico lo stava osservando, cercando il momento giusto per colpire di nuovo. Sappiamo almeno di un'altra occasione in cui lui è tornato all’attacco.
In Matteo 16:15-16 Gesù domanda ai suoi discepoli: E voi, chi dite che io sia? Gesù aveva pregato perché ricevessero una rivelazione spirituale, per comprendere chi Lui fosse davvero. E Pietro, ispirato dallo Spirito Santo, risponde: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.
Gesù gli dice: “Bravo. Ora che sapete chi sono, vi dirò perché sono venuto: andrò a Gerusalemme... e morirò” (Matteo 16:21). Ma Pietro, che un momento prima era stato ispirato dallo Spirito Santo, il momento dopo si lascia ispirare dal nemico: “Signore, questo non ti accadrà mai! Dai, non pensarci! È solo un brutto momento!”
E Gesù lo corregge con parole forti: Matteo 16:23 Vattene via da me, satana! Gesù sapeva che Satana era lì, cercando di deviare il suo cammino.
Di fatto nel giardino di Getsemani (Frantoio!) si stava combattendo una vera e propria battaglia spirituale. Molti teologi vedono un chiaro parallelo tra l’inizio e la fine del ministero di Gesù:
• Le tre tentazioni all’inizio del suo ministero,
• E le tre volte in cui torna a pregare nel Getsemani: “Padre, se è possibile, passi da me questo calice...”
In mezzo a tutto ciò, il nemico è presente. Satana è nel Getsemani, cercando di ostacolare Gesù dal compiere il piano del Padre. Abbiamo un indizio chiaro in Luca 22:53, quando Gesù, ormai arrestato, dice: Questo è il vostro momento, l’ora in cui dominano le potenze delle tenebre.
Il nemico è lì. E in quel momento gli viene concesso di controllare la situazione. Perché? Perché Satana ha un solo obiettivo: impedire a Cristo di andare alla croce. E questa... è una vera battaglia. Perché, se riesce a trattenere Cristo lontano dalla croce, nessuno andrà in paradiso. Se riesce a deviarlo, l’inferno sarà pieno per l’eternità... e il cielo resterà vuoto.
Questa è la battaglia. È la lotta epica di tutti i tempi. Ed è stata vinta prima nel giardino del Getsemani e poi concretizzata sulla croce. Ma in quel giardino, Gesù stava affrontando le forze delle tenebre.
Così come Gesù ha combattuto il nemico, anche noi oggi siamo coinvolti in una battaglia spirituale. C’è una guerra in corso intorno a noi — nelle circostanze della nostra vita. Proprio come il nemico voleva deviare Gesù dalla croce, oggi cerca di deviare voi e me: dal servire Dio, dall’amare Dio, dal seguire Dio, dal compiere la volontà di Dio. Vuole fermarci.
Pietro, ripensando a tutto ciò che aveva vissuto nel giardino, scrive una lettera alla chiesa: cinque capitoli. E quando hai solo cinque capitoli, devi scegliere bene cosa dire. Puoi dire solo ciò che è davvero importante. 1 Pietro 5:8 Vigilate, state attenti al vostro grande nemico, il diavolo... In altre parole: “Svegliatevi! Non dormite spiritualmente nella vostra vita!”
9. La preghiera ci aiuta a comprendere qual è veramente la volontà di Dio per la nostra vita e poi concretizzarla
Oggi viviamo in un’epoca di “religione da consumatori”. Serviamo Dio… se ci aiuta, se ci benedice, se fa qualcosa di buono per noi. E Dio è veramente buono, e vuole davvero aiutarci — su questo non c’è dubbio. Ma se Dio ci rivelasse la Sua volontà… e se non ci piacesse… e non fossimo d’accordo? Ubbidiremmo comunque?
Tutti siamo bravi a seguire la volontà di Dio quando ci piace e collima con le nostre aspettative. Ma che succede quando Dio dice: “Questa è la mia volontà per te, e mi aspetto che tu la compia”? Qual è la nostra reazione? Siamo pronti a dire: “Non la mia volontà, ma la TUA sia fatta”… oppure “Non la tua volontà, ma la MIA sia fatta”?
A proposito della volontà di Dio, pensiamo al giardino dell’Eden, dove Dio diede ad Adamo ed Eva libertà abbondante:
Genesi 2:16-17 Tu potrai mangiare di ogni albero del giardino; ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare…
Dio non ha messo Adamo ed Eva in un giardino pieno di divieti, ma in un giardino di possibilità. “Tutto questo è per voi… tranne una cosa.” Dio non ci controlla, non detta ogni singola scelta della vita; ci offre spazio per scegliere, libertà per amare, responsabilità per discernere.
La Bibbia non ci dice il nome della persona che sposeremo (o se ci sposeremo), ma ci dice con chi non dovremmo sposarci:
2 Corinzi 6:14 Non vi mettete con chi non è credente sotto un peso che non è per voi.
Non ci dice quale lavoro fare, ma ci insegna a lavorare con onestà, diligenza e integrità. Non ci dice in quale città vivere, ma ci guida a cercare la giustizia, la pace e la volontà di Dio dovunque siamo.
Ma spesso, nel nostro cuore, diciamo:
“Ti servirò, Signore… finché fai ciò che voglio. Finché riesco a capirti. Finché tutto ha senso per me. Finché mi conviene.”
Malachia 3:8 L'uomo può forse derubare Dio? Eppure voi mi derubate. Ma voi dite: "In che cosa ti abbiamo derubato?" Nelle decime e nelle offerte.
Gesù disse:
Luca 9:23 Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinunci a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua.
Se Dio ci chiedesse di morire a un sogno, a un desiderio profondo o a una relazione che non è nella Sua volontà… come reagiremmo? Quello sarebbe il nostro Getsemani personale — il luogo del frantoio, dove la nostra volontà viene schiacciata per produrre un nuovo desiderio secondo il cuore di Dio, come l’olio nasce dalle olive frantumate.
Da quell’obbedienza, anche se dolorosa, vedremo Dio benedire non solo la nostra vita, ma anche quella di altri, in modi che ora non possiamo immaginare. Quando ci inginocchiamo nel nostro Getsemani personale, la preghiera ci aiuterà a conoscere la Sua volontà e ci darà la forza per seguirla… soprattutto quando è difficile.
Perché è proprio lì, nel punto della rinuncia, che Dio potrà operare potentemente nella nostra vita. E la preghiera sarà la nostra forza per arrivarci.